Le nebbie di Avalon torna in libreria
con le sue sacerdotesse

Dicembre 15, 2018 3629 Visite Caterina

 

Parlare di Avalon e del ciclo avaloniano è quanto mai un’impresa ardua. Le emozioni che muovono le parole di Morgana riportano al cuore antiche memorie insondabili e ricordi poco aderenti alla realtà ma del tutto vivi.

 

Ai miei tempi mi furono dati diversi nomi: sorella, amante, sacerdotessa, maga, regina. In verità mi è toccato in sorte di essere una maga e forse verrà il giorno in cui bisognerà conoscere questa storia.

 

È così che si apre il ciclo di Avalon, con la voce di Morgana, narratrice indiretta del ciclo a cui si legano le molteplici vicende della leggenda più affascinante e misteriosa dell’epoca celtica.

 

Le nebbie di Avalon

 

Per comprendere le nebbie di Avalon dobbiamo legarci alla figura leggendaria di Artù in quanto il ciclo avaloniano si pone come una sorta di riscrittura del ciclo arturiano di Chrétien de Troyes, che vedeva narrate le leggende e le imprese di Artù e dei suoi cavalieri in uno sfondo mistico storico.

Questa volta la saga assume le vesti dei personaggi femminili del ciclo, personaggi affascinanti ed essenziali anche nel ciclo arturiano. Figure che richiesero alla Bradley un enorme lavoro di scavo e ricerca.

Questa volta saranno le sacerdotesse e le regine ad essere protagoniste e voce del ciclo: Morgana, Ginevra, Ygraine, Morgause e la dama del lago Viviane che nel potere della Grande Dea si ergono nelle loro fragilità e nel loro potere in un mondo transitorio che cerca di sopravvivere al nuovo culto cristiano. A queste figure emblematiche e ricche di sfumature si accostano le altrettanto note figure di Artù, Lancillotto, Uher Pendragon, Merlino e i cavalieri della tavola rotonda.

 

Eleanor Fortescue Brickdale, Merlin and Vivien, 1911

 

Una lotta tra culti

 

In tutta sincerità penso che toccherà ai cristiani raccontare la versione finale, poiché il mondo di Faerie è sempre più lontano da quello in cui regna Cristo. Non ho alcunché contro di lui, soltanto contro i suoi sacerdoti, che chiamano Demonio la Grande Dea e negano che abbia mai regnato su questo mondo.

 

Avalon è una storia dimenticata che riprende forma con una nuova condizione storica che illustra senza peli sulla lingua la fase di passaggio tra paganesimo e cristianesimo. La Britannia di quest’epoca viene esplorata nelle sue abitudini e nei suoi valori. L’autrice tenta di scardinare i meccanismi più o meno leciti con cui la cristianità riuscì a imporre il proprio credo cementificando un antico culto.

Un gioco di potere che sfrutta la volontà divina a suo uso e consumo per imporre con la violenza fisica e psicologica la sua supremazia temporale su un culto antico volto a rendere onore alla terra.  L’antica religione diventa da questo momento pericolosa e demonica al punto di identificarla con barbarie e inciviltà.

 

I profondi cambiamenti sociali della Britannia celtica

 

Charles Daniel Ward, The Progress of Spring, 1905

La società britannica era una società pagana e nel libro Avalon rappresenta la sede del suo antico culto. Il libro prova a mettere in luce il lento ma progressivo insidiarsi del nuovo culto cattolico con il suo atteggiamento pacifico agli arbori ma sempre più insofferente in seguito. È una ricostruzione antropologica di come fu realmente la società celtica, dei suoi eventi storici quali l’invasione dei sassoni e le lotte religiose.

L’avvento del culto cristiano imporrà una nuova mentalità e intensi cambiamenti sociali e di genere, oltre che di tipo economico e politico. Non furono solo i simboli a cambiare ma anche i valori creando ferite incurabili. Nella nuova visione del ciclo si dà finalmente voce a chi non poté scrivere la storia dei vinti, i pagani e le donne. Furono loro in particolare a subire il peso di tali cambiamenti trovandosi improvvisamente senza culto e respinte da posizioni politiche, militari ed intellettuali come non lo erano mai state.

 

 

L’isola di Avalon e la libertà della donna

 

Herbert James Draper, Guinevre and Lancelot, 1890

 

 

Il ciclo di Avalon finisce per narrare indirettamente anche una storia femminile poiché contiene in sé tutti gli elementi utili a questa violazione culturale che la storia impose.
Una Dea e non un Dio, è il primo elemento di questa lunga storia, quando i simboli vennero ribaltati e con essi anche le posizioni di potere.
Avalon è un luogo matrifocale, dove la donna regge le trame del potere insieme all’uomo, come si evince dal rapporto tra la dama del lago e il saggio Merlino. Avalon è dove
 vengono istruite e allenate le menti delle sacerdotesse a governare gli elementi e la vita e ad utilizzare la Vista, altra grande protagonista della saga. È un luogo in cui la donna è.

Al di là delle nebbie della mitica isola c’è tutto il resto nella sua confusione transitoria. In particolare c’è la donna sottomessa incarnata da Ginevra, mortificata e usata come merce di scambio. Ginevra è la donna che se manifesterà se stessa verrà bruciata come strega o perseguitata dal senso di colpa. 

In questo senso l’isola di Avalon sembra proprio il luogo dove sopravvive quella libertà e quel potere femminile che verrà poi negato. Il pericolo della sua scomparsa coinciderà anche con la scomparsa di quella libertà.

 

 

La donna selvaggia e la donna oppressa: Morgana e Ginevra

 

The Damsel of the Sanct Grael, Dante Gabriel Rossetti, 1874

Sono quattro le grandi protagoniste di Avalon, Viviane, Ygraine, Morgana e Morgause contrapposte alla figura emblematica di Ginevra, cristiana. Quattro donne che incarnano il sangue reale del regno di Avalon, e una donna, Ginevra, dai tratti prossimi alla purezza verginale della Madonna, sottomessa e obbediente.

Ma è Morgana la grande protagonista del romanzo, unica vera erede della dama del lago, che si trova ad affrontare un cambiamento sociale ed interiore tortuoso che sfugge persino al suo potere.

Un personaggio che entra in una profonda crisi, si sente tradita dalla Dea da un lato e dall’altro si oppone a un nuovo Dio che guarda favorevolmente l’uomo e vuole essere l’unico e il solo.  Un profondo dissidio interiore estremamente credibile la rende potente e vulnerabile, piena di contraddizioni ma forte. È lei che incarna la donna libera.

Dall’altra parte si contrappone la figura di Ginevra, moglie di Artù e figlia di una tradizione cattolica radicale che incarna tutti gli aspetti positivi e negativi della donna cristiana. Una donna dai tratti puri ma piena di contraddizioni, giudizi, incoerenze, che cerca di imporre faticosamente il suo credo con la manipolazione (poiché non le è rimasta altra arma che quella). Ginevra è la donna assoggettata, complice e vittima inconsapevole del nuovo potere, è il cinghiale selvatico ora addomesticato. Pura nel suo aspetto ma completamente disconnessa da se stessa, da ciò che è.

 

Artù, Excalibur e la dama del lago

 

Edmund Blair Leighton, The accolade

 

In questo gioco di potere si insedia la figura di Artù, fratello di Morgana erede di due tradizioni da lui tollerate e amate, che vengono unite sotto un unico vessillo. Artù che mantiene alla sua corte i due sacerdoti e consiglieri Merlino e il vescovo Patricius.  E poi c’è la mitica isola di Avalon, completamente avvolta nelle nebbie e governata dalla saggia dama del lago e dalle sue sacerdotesse che confezioneranno la celebre spada di Excalibur in nome dell’alleanza, oggetto che sancirà la protezione e la fedeltà di Artù all’antico regno.
Un equilibrio instabile però che dovrà seguire il corso obbligato del suo destino.

 

La nuova pubblicazione del ciclo

La saga di nuova pubblicazione comprende quattro libri in un due volumi sintetizzati sotto il nome Ciclo di Avalon e sarà divisa in due parti di cui questo rappresenta il primo volume. Scritto tra il 1979 e 1982, oggi l’editore HarperCollins, che si è immerso in questa impresa, ha deciso di ripubblicare l’opera integrale in una nuova traduzione mantenendo nomi di luoghi e personaggi originali.
A questo giro verrà pubblicata l’intera saga con la firma di Marion Zimmer Bradley divisa in due parti. Il primo volume con i due libri: la signora della magia e la Suprema Regina, sarà seguito da 
il re Cervo e il prigioniero della quercia che costituirà la seconda pubblicazione firmata Zimmer Bradley.

                  

Dion Fortune e la Golden Dawn nelle nebbie di Avalon


Già nel 1978 per la stesura di questo volume la Bradey (come testimonia la sua amica Diana L. Paxson), studiò e indagò a fondo la magia dell’antica Europa basandosi sui testi di Dione Fortune, esoterista del ramo ermetico della Golden Down. Fu attraverso e oltre questi studi che 
insiemef ondarono  il Darkoon Circle che si ispirava a temi di spiritualità e teosofia femminile di cui Dion Fortune, con Alice Bayle e Annie Ebesat ne rappresentarono l’apice teosofico. Nelle nebbie di Avalon si posso seguire le tracce di questa magia cerimoniale nonché delle tradizioni egizie e atlantidee.

 

HIC IACET INCLITUS REX ARTURIUS IN INSULA AVALONIA
Qui giace sepolto l’inclito re Artù dell’isola di Avalon

È così che il cronista Cambrense recita nel XII secolo, testimoniando il ritrovamento di una quercia monumentale sotto la torre di Glastonbry sopra la quale sembrava esservi incisa la frase latina. Secondo il cronista era la tomba di Artù. Storia o leggenda? 

Non sappiamo con certezza se l’isola avaloniana esistette, ma forse c’è ancora qualche anima capace di abbassare la cortina delle nebbie, e tornare indietro ai tesori interiori di questa terra leggendaria mai davvero scomparsa.

 

 

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