Samhain.
La notte delle veggenti e il culto degli antenati

Ottobre 30, 2018 3619 Visite Caterina

 

Se pensate che Halloween sia una festa americana è certo che vi sbagliate. Halloween infatti è un’antica festa pagana europea ed è quella che più di qualunque altra è connessa agli spiriti e alla morte. In questa notte suggestiva si onoravano gli antenati, si celebrava la morte e si entrava a contatto con gli antichi spiriti.

Halloween è una festa di origine celtica chiamata Samhain, samfuinn, la fine dell’estate, e coincideva con il momento esatto della raccolta degli ultimi frutti autunnali e con l’inizio della grande morte di madreterra: l’inverno.

Nel gesto inconscio del travestimento spaventoso, nelle strade buie illuminate dalla sole zucche ci si preparava a una lunga notte oscura, quella della terra, dove morte e spiriti si facevano vivi per un solo giorno.

 

Samhain, il varco tra i vivi e i morti

 

Samhain per i celti era il ponte di passaggio che avveniva tra l’estate detta Samradh e l’inverno Geimbhredh. Durante questa notte il regno dei morti Annwn e il regno delle fate Sidhe si avvicinavano a tal punto da fondersi e toccarsi con il regno terreno.

Questo giorno era un giorno magico, era il giorno che non esisteva.
Scàthach l’ombrosa, celebre eroina della mitologia celtica, abbassava il suo scudo, e apriva il varco di contatto tra i due regni consentendo agli spiriti di entrare nel mondo dei vivi.

Halloween era l’unico momento di contatto tra questi due mondi, bastava tirare il velo sottilissimo di separazione ed ecco che l’aldilà appariva nella sua piena manifestazione.

 

La notte dei morti e del popolo fatato

 

Il culto della festa di Samhain era senza dubbio legato alla morte, e a un più specifico culto rivolto agli antenati.

Nessuno avrebbe passeggiato per le strade del villaggio durante la notte. Era tale il timore di incontrare gli spiriti dei morti, che le persone si richiudevano nelle proprie case lasciando sui davanzali o sugli usci bevande o dolci, o ancora imbastendo vere e proprie tavolate per i propri morti.

Si raccontava che le fate si divertissero a fare scherzetti durante la notte e così per non essere vittima dei loro dispetti o per placare eventuali ire di spiriti defunti si lasciavano dolci e bevande affinché i vivi venissero risparmiati da tali eventualità. Il famoso dolcetto o scherzetto deriverebbe proprio da tale credenza.

In questa notte si indossavano abiti mostruosi, maschere spaventose e pelli di animali perché camminando per le strade questi travestimenti spaventassero a loro volta gli spiriti, o perché questi ultimi li scambiassero per alcuni di loro e dunque non li importunassero.

 

 

Il culto degli antenati

 

La celebrazione più importante festeggiata ad Halloween era senza dubbio il culto degli antenati.

Per i celti la tribù erano la base portante della struttura sociale. Essere nella memoria del proprio popolo ed essere ricordati da loro era un evento di altissima importanza. Per questo motivo le celebrazioni di Halloween assumevano ancor più rilevanza.

Chi si onorava realmente in questa festività erano gli antenati e le antenate che si ringraziavano, pregavano e ascoltavano. In questi termini gli antenati continuavano a vivere nelle generazioni da esse generate. Di essi si onorava non solo la memoria ma anche l’insegnamento e la morale. Tale culto, a differenza dell’epoca cristiana, non si limitava a commemorare i morti, ma portava in sé un significato maggiore che quasi sfiorava la divinizzazione dei morti. In questo giorno, essi erano vivi.

 

La celebrazione della morte e la notte delle veggenti

 

Questo momento dell’anno era un momento di riflessione sulla morte che con la sua ciclicità ritmava la vita. Samhain era la lenta discesa verso la morte. In questo giorno l’oscurità della morte si tingeva di nero, colore rappresentativo di tutte le deità pagane della morte, il colore del ventre buio, dell’incomprensibile e dello sconosciuto. Ma si tingeva anche di arancio, il colore della mietitura, della natura nelle sue vesti d’autunno.
Le rape presto sostituite dalle zucche venivano incise per assumere le forme di crani illuminati da luci che facendo strada riportavano a casa i nostri antenati per questa sola notte.
Questa era la notte delle veggenti della divinazione, e dei sogni. Non un giorno migliore di questo poteva favorire il contatto medianico e per questa ragione questa notte era dedicata alla lettura delle rune e dei tarocchi in seguito. Una vecchia filastrocca inglese recita infatti:

when witches abound
and ghosts are seen
your fate you’ll learn
on Halloween

tradotto: quando le streghe abbondano
e i fantasmi vengono scorti,
il tuo fato scoprirai
nel giorno di Halloween

In questa notte non solo era possibile entrare in contatto con gli antenati ma anche con gli elementali e gli spiriti del bosco; bastava invocarli, chiamarli.

Vi lascio dunque miei cari a Samhain, il bellissimo canto di Lisa Thiel accompagnato da una mia traduzione. Perché anche voi possiate celebrare la morte come parte ciclica dell’esistenza, entrare in contatto con gli spiriti e attraversare il confine tra i mondi volando sul mare del tempo.

 

 

Samhain, Lisa Thiel

 

Samhain, Samhain che il rito inizi
noi chiamiamo i nostri sacri antenati affinché giungano qui
Samhain Samhain chiamiamo qui i nostri cari
Invochiamo gli spiriti defunti affinché giungano qui

Il velo tra i mondi è sottile
i nostri cuori attraversano il mare del tempo
per condurre gli esseri a noi cari
Samhain Smahain noi onoriamo tutti i nostri cari
noi onoriamo tutti coloro che ormai sono andati via
mentre la grande ruota gira di nuovo

Samhain Samhain noi invochiamo i nostri cari
noi chiamiamo i nostri sacri antenati affinché qui giungano
Samhain Samhain noi li chiamiamo affinché vengano qui
Noi invochiamo gli spiriti defunti perché giungano qui

 

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